Lucia Guida torna con una nuova intervista, questa volta per una raccolta di poesie, Interlinee, edita con Amarganta.
L’intervista
1) Dalla prosa alla poesia. Quali sono i momenti più belli che vuoi ricordare dopo la nostra precedente intervista di due anni fa? Com’è Lucia oggi?
Intanto un saluto affettuoso, Annarita, e grazie per ospitarmi ancora una volta nel salotto virtuale de ‘Il piacere di scrivere’. Dalla prosa alla poesia è un bel salto, ammetto. Un salto che ha richiesto parecchio coraggio: da parte mia, per dare voce scritta a riflessioni in versi che avevo iniziato da un po’ a raccogliere, e da parte di Cristina Lattaro, editora di Amarganta che ha creduto in me anche stavolta e mi ha dato la possibilità di pubblicare per una casa editrice no eap piccola e indipendente di qualità.
Come sono oggi? Consapevole della tanta strada ancora da fare di sicuro. La scrittura, in prosa o in versi, richiede sempre oltre all’impegno e al sacrificio, una buona dose di capacità di riequilibrarsi. Cambiamo noi, cambia anche il nostro modo di scrivere, in continua evoluzione. Al di là dello stile che, tuttavia, deve restare personale.
Poi aggiungiamo anche che per me scrivere è come lavorare un pizzo all’uncinetto: so farlo poco alla volta, stando attenta a non saltare nemmeno un punto. E, se ciò accade, a tornare indietro per mettere riparo all’errore. Insomma, al fast writing tutto impeto e assalto, continuo a preferire lo slow writing, la scrittura a piccoli passi. Al lettore la possibilità di stabilire se questa mia caratteristica sia un pregio o un difetto
2) La poesia è un modo per evadere dalla realtà o per viverla, o ancora per conoscerla?
Per me è di sicuro un modo per viverla a tutto tondo. E questo riporta alla mia idea originaria di scrittura: un mezzo per interrogarsi, per meditare, per fare ordine nella propria vita. E, quindi, per approfondirla e conoscerla ancora più a fondo se possibile
3) Partecipi spesso a concorsi letterari, puoi dare qualche consiglio a chi cerca la sua strada in questo modo?
A oggi continuo a partecipare a qualche concorso letterario ma con più sporadicità che in passato. A chi si cimenta in questa attività raccomando sempre di essere selettivo: concorsi letterari di qualità, di cui si abbia contezza in primis della giuria che esaminerà le nostre opere.
Possibilmente non a pagamento (o almeno, con tassa d’iscrizione accettabile). Potrebbe anche essere utile spulciare tra gli albi d’oro, se ce ne sono, delle passate edizioni: servirebbe di sicuro ad avere idea sulle partecipazioni precedenti, eccellenti e non.
No ai concorsi letterari banditi da case editrici a pagamento che mettono in palio pubblicazioni con acquisto di copie come conditio sine qua non in caso di selezione del lavoro: sono specchietti per le allodole tout court, non aiutano a crescere e a costruirsi un curriculum letterario di spessore.
4) La poesia che, secondo te, è la più bella che hai scritto.
Due poesie restano nel mio cuore: “Non regalateci mimose”, scritta nel 2010 e pubblicata nel 2014 in un’antologia di autori vari da Fara Editore i cui incassi sono andati in beneficenza, dedicata a Katia Zattoni e curata da Guido Passini; entrambi questi autori erano affetti da fibrosi cistica e non ci sono più.
Poi c’è una nuova lirica dedicata a mia figlia, contenuta in “Interlinee”” intitolata, appunto, “ A mia figlia”: una sorta di testamento affettivo e sentimentale dedicato a lei e a tutte le giovani donne che si approcciano all’amore maturo, quello che ti aiuta a crescere e che ti rende, se possibile, migliore di ciò che già sei.
5) La poesia che, secondo te, è la più bella, ma scritta da altri.
Adoro la Szymborska e Kavafis. La lotta è, quindi, tra ‘Itaca’ di quest’ultimo e ‘Ritratto di donna’ della prima. Ma di autori bravissimi che alla tecnica potente associano una forte empatia ce ne sono tanti, anche contemporanei.
6) Perché il titolo “Interlinee”?
Quando ho assemblato per la silloge i 33 componimenti che la costituiscono, mi sono resa conto che le mie riflessioni in versi (io le chiamo così!) non erano altro che un commento a voce alta a molte circostanze della mia e altrui vita. Una sorta di contrappunto poetico a una quotidianità vissuta con atteggiamento costruttivo. E ho pensato a quando, in fase di editing, mi è spesso capitato di inserire tra un rigo e l’altro di una pagina di word, sfruttando le infinite potenzialità di un’interlinea, quell’espressione o quella frase che potevano fare la differenza, dando modo a me e al lettore di incontrarci prima sul filo di una corrispondenza autentica.
Mai dare nulla per scontato: noi esseri umani abbiamo la grandissima risorsa della parola, orale o scritta, per contribuire a comunicare con gli altri in maniera completa. Dovremmo, forse, ricordarcene più spesso: usandola a tutto tondo e ‘non badando a spese’…forse molte incomprensioni nei confronti del prossimo ci verrebbero risparmiate, lo dico con estrema semplicità. A volte la soluzione migliore è proprio davanti a noi, basta vederla.
Il libro è su Amazon e in tutte le librerie online. Ha anche una pagina Facebook da dove seguire gli ultimi aggiornamenti.
7) Abbiamo cambiato veste grafica. Da nostra utente, come vedi il nuovo Piacere di Scrivere?
Benissimo, direi. Sono rimaste le rubriche classiche e supergettonate come quella da voi dedicata alla scelta dei concorsi letterari a costo zero e, nel contempo, c’è molto più spazio dedicato alla scrittura di autori esordienti, emergenti e già noti, con uno sguardo attento e a 360° all’editoria nazionale e internazionale, self-publishing incluso. Sono sicura che il pubblico in web non potrà che apprezzare. Avanti così.