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Intervista alla casa editrice Divergenze

Divergenze è una casa editrice che si occupa di recuperare i grandi classici, ma anche di cercare proposte nuove. In questa intervista, raccontano la loro esperienza nel mondo editoriale.

L’intervista



1) Divergenze nasce come ponte tra passato e presente della letteratura. Oltre al “Chi ve l’ha fatto fare in un mercato simile?” viene da chiederVi nella pratica come è organizzata la casa editrice e come è nato il progetto?

Anzitutto grazie per l’interesse e lo spazio concesso. Partirei dal concetto di letteratura: a mio parere non ha passato, ma solo presente e futuro. Il messaggio di certe opere è universale e valido oggi come secoli fa. Cambiano i dettagli, mai i protagonisti.

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divergenze

Fabio Ivan Pigola, editore di Divergenze.

Perfino Lenin annunciava l’uomo nuovo, e pare che l’esercizio non sia riuscito. Anche per questo nasce Divergenze: conservare ciò che gli uomini hanno scritto di sé e degli altri, tutelare opere e autori che la repubblica – poco democratica – delle lettere ha messo in naftalina per ragioni di mercato o di presunta obsolescenza; quindi, promuovere nuovi talenti validi, siano narratori, saggisti o figure del circuito editoriale come curatori, scout e critici, i cui nomi affiancheranno quelli di firme più celebri.

Il progetto è nato proprio dopo avere sentito il ritornello «ma chi ve lo fa fare?» centinaia di volte, per questo non abbiamo lo scopo di lucro come fine sublime. Certo non siamo una Onlus, ma salvaguardia e promozione sono le prime due voci, il profitto viene dopo. I nemici più tenaci dell’utopia hanno predetto una rapida chiusura e io lascio dire: non è mia abitudine contestare le opinioni.

 

 

2) Richiedete un contributo per gli autori che vi scelgono?

No, ci assumiamo il rischio d’impresa, contrari alla vanity press. Che del resto si (s)qualifica già da sé: press, ovvero stampa, non editoria.

3) Siete nell’ottica del “Pochi, ma buoni”. Come fare per rientrare in questi pochi fortunati?

Per tenere alta la qualità dei prodotti è bene curare quella della vita, e il lavoro ne occupa tanta. Dunque andiamo piano, valutiamo con calma e un pizzico d’anarchia, dando carta bianca alla passione. Più che fortuna servono bontà dei contenuti, concordia, sinergia. Slow book.

4) Seguite l’autore durante la promozione editoriale?

Certamente. Chi adotta un autore non lo abbandona, tutt’altro: si comporta come un padre che ascolta, assiste, supporta come e quando può. Per giunta, nessun titolo Divergenze andrà mai fuori catalogo.

5) Lavorate molto nella ricerca, non solo estetica, ma anche nel pregio delle edizioni e nella qualità dei contenuti. potreste fare un esempio, prendendo spunto da una vostra pubblicazione?

Per un editore che si impegna a fondo sui contenuti, forma e sostanza vanno a braccetto. Perciò anche la qualità dei materiali e il lato estetico hanno un peso: componenti e finiture di pregio non saranno eccezioni ma regole, in una realtà dove gli unici dogmi sono gentilezza, cura e dedizione. Ma dovessi fare un esempio, oltre a invitare a leggere un qualunque titolo Divergenze con i suoi apparati critici, inserti, curiosità, citerei chi ha detto: «Sembrate più un centro di ricerca universitaria anziché una casa editrice». Per me, per noi, è un complimento bellissimo.

6) Dove Vi troviamo?

Fisicamente e spiritualmente in ogni libreria dal 24 aprile, sul sito www.divergenze.eu – dove si possono acquistare i libri senza spese di spedizione –, sulle pagine social Facebook, Instagram e Twitter, in tutti gli eventi che terremo sul territorio, e presto anche nelle fiere letterarie. Ma quel che più ci auguriamo è nel cuore dei lettori, a quali è rivolto il nostro impegno.




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